Appare sempre più evidente,
al caldo sole di luglio e nel terso cielo estivo,
che il popolino popolano economicamente disagiato,
sostenuto dai preti,
inventa innumerevoli alibi morali
per impedire a tutti la felicità che gli è negata
In realtà
degli esseri viventi sanamente e naturalmente egoisti
dovrebbero inseguire per tutta la vita
la realizzazione dei propri istinti, delle proprie voglie, dei propri bisogni,
tutto quello che porta ad essere sanamente liberi e felici.
Nel caso in cui quella realizzazione di istinti, voglie e bisogni
fosse momentaneamente e contingentemente preclusa
da motivazioni economiche e/o di altro tipo
dovrebbe ingegnarsi a rimuovere quelle preclusioni
per tornare ad esprimere e realizzare pienamente
i propri istinti, i propri bisogni e le proprie voglie.
Accade invece che i poveracci,
per attenuare la loro insoddisfazione ed il loro dolore,
mossi dall'eterno "Mal comune mezzo gaudio"
mettano in opera tutta una serie di comportamenti
ed esprimano tutta una serie di discorsi
che hanno come scopo
quello di cercare di impedire agli esemplari sani della specie,
quelli che vogliono e che possono
soddisfare ogni istinto, ogni bisogno ed ogni voglia
di farlo.
(vedi sotto BOCCA DI ROSA * di Fanrizio De Andrè)
Si sceglie questo comportamento perchè più facile e meno faticoso,
chè distruggere è più facile che costruire,
nel senso che impedire agli altri di vivere
e più facile e meno faticoso che vivere a propria volta
e perseguire la propria felicità.
Ad aggravare la situazione
c'è poi, purtroppo, l'esistenza
di tutta una serie di religioni ed ideologie,
quali ad esempio l'ebraismo, il cristianesimo ed il comunismo,
che permettono di coprire sotto alibi morali
il risentimento ed il rancore generato dalla felicità degli altri,
per cercare di renderla irrealizzabile ed impossibile,
(vedi MORALE DEL RISENTIMENTO * in Friedrich Wilhelm Nietzsche),
fino a giungere al vero e proprio delirio
di considerare un valore la "sofferenza"
ed un peccato da vivere con senso di colpa la "felicità".
Il risultato finale è il popolino popolano
infelice e insoddisfatto,
pieno di rancore e risentimento,
ispirato e guidato dai sacerdoti,
che hanno una condizione esistenziale simile,
che usa tutta una serie di presunte motivazioni morali
per impedire a tutti la felicità
ei diffondere sulla Terra
l'infelicità e la sofferenza che immiseriscono la loro vita.
* BOCCA DI ROSA di Fabrizio De Andrè
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.
Così una vecchia mai stata moglie
senza mai figli, senza più voglie,
si prese la briga e di certo il gusto
di dare a tutte il consiglio giusto.
E rivolgendosi alle cornute
le apostrofò con parole argute:
"il furto d'amore sarà punito-
disse- dall'ordine costituito".
E quelle andarono dal commissario
e dissero senza parafrasare:
"quella schifosa ha già troppi clienti
più di un consorzio alimentare".
E arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi con i pennacchi
e arrivarono quattro gendarmi
con i pennacchi e con le armi.
** MORALE DEL RISENTIMENTO in FReidrich Wilhelm Nietzsche
La distinzione capitale fissata da Nietzsche
è quella tra la morale dei signori e quella dei sacerdoti:
questi ultimi, provando invidia di fronte alla superiorità dei signori,
elaborano una tavola di valori opposti,
anteponendo al corpo lo spirito, al sesso la castità, alla forza l’umiltà.
Storicamente, questo rovesciamento della tavola
dei valori avviene con il popolo sacerdotale per eccellenza: gli ebrei.
Quella che si attua, nota Nietzsche, è una vera e propria congiura contro la vita,
nella misura in cui tutti gli istinti che non si scaricano all’esterno si rivolgono all’interno.
Nasce in questo modo uno spirito di vendetta contro il prossimo.
E gli schiavi non possono che diventare alleati dei sacerdoti
e della loro lotta contro i signori:
con la loro “morale del risentimento”,
i sacerdoti fanno del sacrificio il loro punto di forza.
Se il signore cerca il suo opposto
soltanto per dire “sì” a se stesso con gioia accresciuta,
i sacerdoti creano una morale immaginaria e priva di fondamenti
dalla quale rampollano i pregiudizi morali
che si sono trascinati fino a oggi.
Proprio perché ha in sé un’infinita grandezza e pienezza d’essere,
il signore non prova risentimento;
al contrario, perché debole e povero d’esssere,
il sacerdote è per sua natura traboccante di risentimento.
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