Io sono un uomo libero. Io sono una forza del passato. Genus fictus natura et historia. Animale terreno consapevole.

venerdì 17 giugno 2011

L’ amore per il prossimo cristiano e la fratellanza massonica sono invenzioni del potere


L’ amore per il prossimo cristiano e la fratellanza massonica sono invenzioni del potere, usate come specchietti per le allodole per mantenere l’ingiustizia, la sopraffazione e lo sfruttamento dell’ uomo sull’uomo.

L’ amore per il prossimo dei cristiani è una realtà inesistente in natura, poichè non esiste in natura alcun interesse reale, di tipo altruistico, di un esemplare adulto di una specie vivente per gli altri esemplari adulti della stesa specie vivente.

Gli unici interessi reali esistenti in natura di un esemplare della specie per un altro esemplare della specie sono di natura assolutamente egoistica, finalizzati alla permanenza del proprio corredo genetico:

1) L’interesse del maschio adulto per la femmina adulta e della femmina adulta per il maschio adulto, finalizzati all’accoppiamento ed alla riproduzione

2) L’ interesse del maschio e della femmina adulti per il cucciolo generato, finalizzato ad aumentare le probabilità della sua sopravvivenza, e, con essa, della permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra.

Non esiste pertanto in natura alcuna realtà che possa essere definita “amore per il prossimo”, così come non esiste alcuna realtà che possa essere definita “fratellanza tra gli uomini”.

Ne consegue che la “fratellanza” copiata dall’ amore per il prossimo inventato dal cristianesimo è il punto debole della triade illuministica “Libertè Egalitè Fraternitè”.

Non esiste in realtà alcun amore per il prossimo ed alcuna fratellanza tra gli uomini.

L’ amore per il prossimo e la fratellanza sono invenzioni del potere.

L’ invenzione dell’amore per il prossimo e della fraternità sono soltanto degli specchietti per le allodole usati dal potere per mantenere l’ingiustizia, la sopraffazione e lo sfruttamento dell’ uomo sull’uomo.



La maggior parte degli esemplari della specie Homo Sapiens ha raggiunto la consapevolezza che non esiste in natura alcun interesse reale di un esemplare adulto della specie Homo Sapiens nei confronti di un altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens, cosi’ come non esiste in natura alcun interesse del genere in alcuna altra specie vivente.

La maggior parte degli esemplari della specie Homo Sapiens ha raggiunto la consapevolezza che In realtà il cosiddetto “amore per il prossimo” cristiano e la cosiddetta”fratellanza” massonica sono concetti inventati per controllare gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens mantenendoli in condizione infantile.

QUESTA CONSAPEVOLEZZA RENDE DEL TUTTO INUTILIZZABILI IL CRISTIANESIMO E LA MASSONERIA COME FONDAMENTO DELLA SOCIETA’ UMANA.

E’ necessario costruire una società umana fondata su una visone consapevole degli esemplari della specie Homo Sapiens e che abbia dei fondamenti più concreti e più solidi.

Stiamo assistendo alla fine, necessaria ed inevitabile, di società umane costruite su ideologie e religioni fondate su una visione delirante degli esemplari della specie Homo Sapiens, come il cristianesimo ed il comunismo.

Seguirà l’avvento, altrettanto necessario ed inevitabile, di un’organizzazione della società umana fondata su una visione consapevole degli esemplari della specie Homo Sapiens.

La consapevolezza della realtà è la chiave di questo passaggio.

LA CONSAPEVOLEZZA DELLA REALTA’ E’ SEMPRE RIVOLUZIONARIA

LA CONSAPEVOLEZZA DELLA REALTA’ E’ IL FONDAMENTO DI OGNI RIVOLUZIONE

La consapevolezza fondamentale è che non esiste in natura alcun interesse reale di un esemplare adulto della specie Homo Sapiens nei confronti di un altro esemplare adulto della specie Homo Sapiens, cosi’ come non esiste in natura alcun interesse del genere in alcuna altra specie vivente.

In realtà il cosiddetto “amore per il prossimo” cristiano o la cosiddetta “fratellanza” massonica sono concetti inventati per controllare gli esemplari adulti della specie Homo Sapiens mantenendoli in condizione infantile, che funzionano in questo modo.


Si prende l’interesse dell’esemplare adulto per il cucciolo generato, che è quello si un interesse reale, ma di natura assolutamente egoistica perchè finalizzato alal permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra, e si inventa che un interesse simile esiste da parte di ogni esemplare adulto verso tutti gli altri esemplari adulti.

Il passo successivo è quello di innestare nei cervelli dei cuccioli di Homo Sapiens, fin dalla più tenera età i due concetti di “amore per il prossimo” e “fratellanza” allo scopo di convincerli che esista realmente un interesse reale di ogni esemplare adulto per tutti gli altri.

LO SCOPO DI QUESTO PROCESSO EDUCATIVO E’ QUELLO DI CREARE UNA RETE DI CONTROLLI RECIPROCI TRA GLI INDIVIDUI, E, SOPRATTUTTO, DEL POTERE VERSO GLI INDIVIDUI.

UN POTERE CHE SI PONE VERSO GLI INDIVIDUI SOTTOMESSI, I SUDDITI, COME UN ADULTO VERSO IL CUCCIOLO, OSTENTANDO AMORE ED INTERESSE PER LORO, ALLO SCOPO DI MANTENERLI NELLA CONDIZIONE INFANTILE E CONTROLLARLI MEGLIO.

La realtà delle cose si sta però imponendo e la maggior parte degli esemplari della specie Homo Sapiens è ormai in grado di valutare individualmente e di giungere alla consapevolezza che non esiste in realtà nè una cosa chiamata “amore per il prossimo” nè una cosa chiamata “fratellanza”

LA MAGGIOR PARTE DEGLI ESEMPLARI DELLASPECIE HOMO SAPIENS E’ ORMAI CONSAPEVOLE CHE NON ESISTE ALCUN INTERESSE REALE DI UN ESEMPLARE ADULTO DELLA SPECIE NEI CONFRONTI DI UN ALTRO ESEMPLARE ADULTO DELLA SPECIE.

La conseguenza è che il cosiddetto “amore per il prossimo” cristiano e la cosiddetta “fratellanza” massonica non sono più uno strumento utile a fondare e tenere in piedi la società umana.

E’ dunque necessario trovare dei fondamenti più concreti e più solidi su cui fondare e costruire la convivenza civile e la società umana.

L’unica alternativa possibile è quella di fondarla e costruirla su basi reali, concrete e solide, sosituendo la parola GIUSTIZIA alla parola FRATERNITA’ nella tradizionale triade illuministica e massonica.

LIBERTA’ UGUAGLIANZA GIUSTIZIA.

L’unica realtà che esiste è l’individuo.

Ogni individuo nasce libero (LIBERTA’)

L’unica limitazione alla sua libertà, all’interno della società umana, è la libertà dell’altro.

La limitazione della libertà dell’individuo va realizzata su un contratto sociale che si fondi sul principio di uguaglianza (UGUAGLIANZA).

Il principio di uguaglianza va concretizzato e realizzato in un diritto positivo fondato sulla legge uguale per tutti, attuato quotidianamente, concretamente e rigorosamente, in modo uguale per tutti, su tutti gli individui (GIUSTIZIA).

Nel verbo “possedere” la spiegazione del fondamento di ogni comunità fondata su un dogma


L’invenzione della “comunità” è fondata sulla paura della libertà dell’altro,considerata come un pericolo, allo scopo di “possedere l’altro”, usando il cosiddetto “amore”, cioè un presunto interesse di ogni esemplare della specie Homo Sapiens per tutti gli altri, in realtà inesistente in natura ed inventato per quello scopo.

Scrive la comunitaria Angelarita nel suo blog: “ lo sciocco parla di ciò che sa. il saggio sa di cui parla. l’egoista contempla ciò che possiede, chi ama possiede ciò che contempla”.

Senza prendere in considerazione l’intero delirio, del tutto privo di significato, soffermatevi sul’accostamento tra i verbi “contemplare” e “possedere”.

La contemplazione del Dogma, la Fede che regge ogni comunità, la Vera Verità è in realtà il presupposto fondante, un vero e proprio strumento per giustificare il possesso dell’altro e per possedere gli altri. quelli che “pretendono” di essere liberi, di vivere al di fuori della comunità, inserendoli a forza nella comunità.

Al di sotto di tutto questo c’è la paura della libertà dell’altro, della sua capacità di pensare, di avere la consapevolezza della realtà, che angoscia, e della sua capacità di vivere libero, che angoscia pur essa, perchè la libertà dell’altro è considerata dai comunitari come un vero e proprio pericolo per la loro vita.

Il presupposto fondante di questa weltanschauung, o per meglio dire il delirio fondante è: “Io contemplo la Verità, io possiedo la Verità, che mi arriva da qualcosa di Alto e Superiore”.

In questo modo si pone la Verità Contemplata. il fondamento della comunità, al di fuori della possibilità di critica, giungendo fino a criminalizzare come sacrilego o ad appellare come sciocco chi non si adegua a quella Verità e non si associa a quella comunità.

Un vero e proprio delirio, cioè la certezza di possedere la Vera Verità e di contemplarla, che è in realtà il fondamento di ogni strumento di persuasione dell’altro, portato avanti in modo più o meno violento, per giungere allo sgretolamento delle sue false certezze (come direbbe Socrate, l’inventore del plagio) per poi portargli le Vere Verità (naturalmente quelle di Socrate o del contemplatore della Vera Verità di turno).

Riassumendo la sequenza di azioni finalizzata al controllo dell’altro è:

1) Invenzione del Dogma Fondante, proveniente da qualcosa di Alto e Superiore, dunque intangibile

2) Contemplazione del Dogma da parte degli adepti

3) Costruzione della Comunità sul Dogma

4) Criminalizzazione o derisione di chi non possiede il Dogma

5) Sgretolamento delle sue false certezze

6) Trasmissione delle Vere Verità

7) Reinserimento nella Comunità

8) Controllo dell’altro

mercoledì 15 giugno 2011

La Terra non appartiene all’uomo, bensì è l’uomo che appartiene alla Terra

Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra?

L’idea ci sembra strana.

Se noi non possediamo la freschezza dell’aria,

lo scintillio dell’acqua sotto il sole

come e’ che voi potete acquistarli?

Ogni parco di questa terra e’ sacro per il mio popolo.

Ogni lucente ago di pino, ogni riva sabbiosa,

ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi,

ogni radura ogni ronzio di insetti

e’ sacro nel ricordo e nell’esperienza del mio popolo.

La linfa che cola negli alberi porta con se’ il ricordo dell’uomo rosso.

Noi siamo una parte della terra, e la terra fa parte di noi.

I fiori profumati sono i nostri fratelli,

il cavallo, la grande aquila sono i nostri fratelli,

la cresta rocciosa, il verde dei prati, il calore dei pony e l’uomo

appartengono tutti alla stessa famiglia.

Quest’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi

non e’ solamente acqua,

per noi e’ qualcosa di immensamente significativo:

e’ il sangue dei nostri padri.

I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete.

I fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli.

Se vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete ricordarvi, e insegnarlo ai vostri figli

che i fiumi sono i nostri e i vostri fratelli

e dovrete dimostrare per fiumi lo stesso affetto che dimostrerete ad un fratello.

Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri costumi.

Per lui una parte di terra e’ uguale all’altra,

perche’ e’ come uno straniero che arriva di notte

e alloggia nel posto che piu’ gli conviene.

La terra non e’ suo fratello, anzi e’ suo nemico

e quando l’ha conquistata va oltre, piu’ lontano.

Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo,

come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere

come si fa con i montoni o con le pietre preziose.

Il suo appetito divorera’ tutta la terra e a lui non restera’ che il deserto.

Non esiste un posto accessibile nelle citta’ dell’uomo bianco.

Non esiste un posto per vedere le foglie e i fiori sbocciare in primavera,

o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto.

Ma forse e’ perche’ io sono un selvaggio e non posso capire.

Il baccano sembra insultare le orecchie.

E quale interesse puo’ avere l’uomo a vivere

senza ascoltare il rumore delle capre che succhiano l’erba

o il chiacchierio delle rane, la notte, attorno ad uno stagno?

Io sono un uomo rosso e non capisco.

L’indiano preferisce il dolce suono del vento

che slanciandosi come una freccia accarezza la faccia dello stagno,

e preferisce l’odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina,

o profumato dal pino pieno di pigne.

L’aria e’ preziosa per l’uomo rosso,

giacche’ tutte le cose respirano con la stessa aria:

le bestie, gli alberi, gli uomini tutti respirano la stesa aria.

L’uomo bianco non sembra far caso all’aria che respira.

Come un uomo che impiega parecchi giorni a morire resta insensibile alle punture.

Ma se noi vendiamo le nostre terre,

voi dovrete ricordare che l’aria per noi e’ preziosa,

che l’aria divide il suo spirito con tutti quelli che fa vivere.

Il vento che ha dato il primo alito al Nostro Grande Padre

e’ lo stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro.

E se noi vi vendiamo le nostre terre voi dovrete guardarle in modo diverso,

tenerle per sacre e considerarle un posto in cui anche l’uomo bianco

possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori del prato.

Considereremo l’offerta di acquistare le nostre terre.

Ma se decidiamo di accettare la proposta io porro’ una condizione:

l’uomo bianco dovra’ rispettare le bestie che vivono su questa terra

come se fossero suoi fratelli.

Che cos’e’ l’uomo senza le bestie?

Se tutte le bestie sparissero, l’uomo morirebbe

di una grande solitudine nello spirito.

Poiche’ cio’ che accade alle bestie prima o poi accade anche all’ uomo.

Tutte le cose sono legate tra loro.

Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi calpestano

e’ fatto dalle ceneri dei nostri padri.

Affinche’ i vostri figli rispettino questa terra,

dite loro che essa e’ arricchita dalle vite della nostra gente.

Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri:

la terra e’ la madre di tutti noi.

Tutto cio’ che di buono arriva dalla terra arriva anche ai figli della terra.

Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.

Noi almeno sappiamo questo:

la terra non appartiene all’uomo, bensi’ e’ l’uomo che appartiene alla terra.

Questo noi lo sappiamo.

Tutte le cose sono legate fra loro

come il sangue che unisce i membri della stessa famiglia.

Tutte le cose sono legate fra loro.

Tutto cio’ che si fa per la terra lo si fa per i suoi figli.

Non e’ l’uomo che ha tessuto le trame della vita: egli ne e’ soltanto un filo.

Tutto cio’ che egli fa alla trama lo fa a se stesso.

Questa terra per lui e’ preziosa.

Dov’e’ finito il bosco? E’ scomparso.

Dov’e’ finita l’aquila? E’ scomparsa.

E’ la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza”.

Il senso della vita è la vita. Il senso della vita è vivere.

Il senso della vita è la vita.

Il senso della vita è vivere.

Lo scopo della vita è la vita.

Lo scopo della vita è vivere.

Non esiste alcun senso della vita al di fuori della vita stessa.

Non esiste alcuno scopo della vita al di fuori della vita stessa.

C'è più verità nel corpo che in tutte le religioni e le filosofie della Terra.

Vivi in sintonia col tuo corpo.

Vivi in sintonia con la vita.

Noi siamo una parte della Terra e la Terra fa parte di noi.

Tutto cio' che si fa per la Terra lo si fa per i suoi figli.

Tutta la vita è sacra.

Tratta tutti gli esseri viventi con rispetto.

Prendi dalla Terra solo ciò che ti è necessario.

Ringrazia per ogni giorno nuovo.

Dì sempre la verità.

Segui sempre i ritmi della natura.

Alzati e ritirati con il sole.

Giosci del viaggio della vita.

Tutti i partiti sono creati, finanziati e propagandati da quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza

Tutti i partiti sono creati

da quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

Tutti i partiti sono finanziati

da quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

Tutti i partiti sono propagandati

da quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza,

sui mass media di proprietà

di quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

Tutti i partiti rappresentano gli interessi

di quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

Tutti i partiti difendono gli interessi

di quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

Tutti i partiti governano per tutelare gli interessi

di quel 5% di individui che ha in mano tutta la ricchezza.

La democrazia è impossibile

con questi partiti.

La democrazia è impossibile

continuando a votare questi partiti.

La sovranità popolare è impossibile

con questi partiti.

La sovranità popolare è impossibile

continuando a votare questi partiti.

Un governo che rappresenti gli interessi dei cittadini è impossibile

con questi partiti.

Un governo che rappresenti gli interessi dei cittadini è impossibile

continuando a votare questi partiti.

PER TORNARE ALLA DEMOCRAZIA,

PER TORNARE ALLA SOVRANITA’ POPOLARE.

PER AVERE UN GOVERNO CHE RAPPRESENTI I CITTADINI

BISOGNA INNANZI TUTTO SPAZZARE VIA QUESTI PARTITI.

POI CREARE MOVIMENTI

SOTTO IL CONTROLLO DEI CITTADINI

FORMATI DA INDIVIDUI

CHE SIANO COSTANTEMENTE CONTROLLABILI DAI CITTADINI.

CHE RAPPRESENTINO GLI INTERESSI DEI CITTADINI,

E CHE GOVERNINO PER DIFENDERE GLI INTERESSI DEI CITTADINI

1) Ridurre i consumi 2) Chiudere conti bancari 3) Non sottoscrivere fidi e mutui




1) Ridurre i consumi

2) Chiudere conti bancari

3) Non sottoscrivere fidi e mutui

4) Non votare per i partiti che rappresentano la società della produzione, del consumo e dell’usura

Viene giù tutto in qualche mese.

La modernità.

Il pensiero dualistico

della tradizione platonico – giudaico – cristiana

che l’ ha generata.

La specie Homo Sapiens

tornerà ad essere parte della natura,

natura nella natura

e si riapproprierà

del proprio corpo e della propria vita.

Si spezzerà il circolo vizioso,

generato dal pensiero dualistico,

che ha provocato

la separazione della specie Homo Sapiens

dalla natura, dal corpo e dalla vita

e l’alienazione della specie Homo Sapiens

dal proprio corpo e dalla propria vita,

e che la sta portando

a distruggere la vita sul pianeta Terra.



La “modernità” è la realizzazione finale del pensiero dualistico di tradizione platonico – giudaico – cristiana che per cancellare l’idea della morte ha staccato l’essere umano dal suo corpo e dalla natura ed ha oggettivato il corpo e la natura.

La modernità è la realizzazione finale del pensiero dualistico della tradizione platonico – giudaico – cristiana che per cancellare l’idea della morte ha staccato l’essere umano dal suo corpo e dalla natura ed ha oggettivato il corpo e la natura.
La modernità su questo presupposto delirante ha costruito un modo di pensare in cui la realtà e la natura finiscono per essere qualcosa di estraneo all’uomo.

La modernità ha costruito una società ed un sistema di vita che hanno alienato l’esemplare della specie Homo Sapiens dal suo corpo e dalla sua vita.
La materia, il corpo, la natura divengono un oggetto da analizzare, da controllare, da gestire, di cui l’essere umano può fare ciò che vuole, fino a devastarle a suo uso e consumo.

La natura diviene una materia da forgiare da parte di un Uomo portatore di Anima, quindi diverso dagli altri esseri viventi, concepito in modo delirante non più come natura nella natura, parte nella natura, ma come qualcosa di esterno alla natura, incaricato di trasformarla a sua immagine e somiglianza.

Valutare la modernità da un punto di vista animale e terreno vuol dire rendersi conto che essa ha prodotto una società, un pianeta Terra ed un modo di vivere non a misura d’uomo, non in sintonia con la vita e con la natura.

La modernità ha costruito una società, un pianeta Terra ed un modo di vivere che rende impossibile la vita agli esemplari della specie Homo Sapiens ed alle altre specie viventi. partendo da un pensiero delirante, del tutto staccato dal corpo e dalla vita; il pensiero dualistico della tradizione platonico – giudaico – cristiana.

LA MODERNITA, ESPRESSIONE DEL PENSIERO DUALISTICO, CON TUTTA LA SUA PACCOTTIGLIA DI DIO, ANIMA, BENE E MALE, ET CETERAS, ALIENA GLI ESEMPLARI DELLA SPECIE HOMO SAPIENS DAL PROPRIO CORPO E DALLA PROPRIA VITA.

CAPIRE LA VERA REALTA’ DELLA MODERNITA’ E SUPERARE L’ IDEA DI MODERNITA’ COME VALORE E’ PERTANTO INDISPENSABILE PER RIAPPROPRIARSI DEL PROPRIO CORPO E DELLA PROPRIA VITA, PER TORNARE A VIVERE IN MODO NATURALE, NELLA NATURA, COME PARTE DELLA NATURA.

martedì 14 giugno 2011

Il paese dei bugiardi di Gianni Rodari




Il paese dei bugiardi

Gianni Rodari

http://www.youtube.com/watch?v=4m5Q_QK6ooc

C’era una volta, là
dalle parti di Chissà,
il paese dei bugiardi.
In quel paese nessuno
diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.
Quando spuntava il sole
c’era subito una pronto
a dire: “Che bel tramonto!”
Di sera, se la luna
faceva più chiaro
di un faro,
si lagnava la gente:
“Ohibò, che notte bruna,
non ci si vede niente”.
Se ridevi ti compativano:
“Poveraccio, peccato,
che gli sarà mai capitato
di male?”
Se piangevi: “Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa.
Deve avere i milioni nella testa”.
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso non era permesso,
ma c’erano tanto abituati
che si capivano lo stesso.
Un giorno in quel paese
capitò un povero ometto
che il codice dei bugiardi
non l’aveva mai letto,
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando giorno il giorno
e pera la pera,
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall’oggi al domani
lo fecero pigliare
dall’acchiappacani
e chiudere al manicomio.
“E’ matto da legare:
dice sempre la verità”.
“Ma no, ma via, ma và …”
“Parola d’onore:
è un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello …”
La strana malattia
fu descritta in trentatre puntate
sulla “Gazzetta della bugia”.
Infine per contentare
la curiosità
popolare
l’Uomo-che-diceva-la-verità
fu esposto a pagamento
nel “giardino zoo-illogico”
(anche quel nome avevano rovesciato …)
in una gabbia di cemento armato.
Figurarsi la ressa.
Ma questo non interessa.
Cosa più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva,
e un po’ alla volta in tutta la città
si diffuse il bacillo
della verità.
Dottori, poliziotti, autorità
tentarono il possibile
per frenare l’epidemia.
Macché, niente da fare.
Dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane, vino al vino,
bianco al bianco, nero al nero:
liberò il prigioniero,
lo elesse presidente,
e chi non mi crede
non ha capito niente.

Viva l'Italia liberata dai partiti !




Tutti i partiti

sono creati, finanziati e propagandati

da quel 5% che possiede tutta la ricchezza,

per rappresentare gli interessi

di quel 5% che possiede tutta la ricchezza

e per difendere gli interessi

di quel 5% che possiede tutta la ricchezza.

Ne consegue

che l’unico modo per tornare alla democrazia,

alla sovranità popolare,

al governo dei cittadini

che rappresenti l’interesse dei cittadini

è quello di spazzare via i partiti.

lunedì 13 giugno 2011

La modernità è la realizzazione finale del pensiero dualistico della tradizione platonico – giudaico – cristiana





La modernità è la realizzazione finale del pensiero dualistico della tradizione platonico – giudaico – cristiana che per cancellare l’idea della morte ha staccato l’essere umano dal suo corpo e dalla natura ed ha oggettivato il corpo e la natura.

La modernità su questo presupposto delirante ha costruito un modo di pensare in cui la realtà e la natura finiscono per essere qualcosa di estraneo all’uomo.

La modernità ha costruito una società ed un sistema di vita che hanno alienato l’esemplare della specie Homo Sapiens dal suo corpo e dalla sua vita.

La materia, il corpo, la natura divengono un oggetto da analizzare, da controllare, da gestire, di cui l’essere umano può fare ciò che vuole, fino a devastarle a suo uso e consumo.

La natura diviene una materia da forgiare da parte di un Uomo portatore di Anima, quindi diverso dagli altri esseri viventi, concepito in modo delirante non più come natura nella natura, parte nella natura, ma come qualcosa di esterno alla natura, incaricato di trasformarla a sua immagine e somiglianza.

Valutare la modernità da un punto di vista animale e terreno vuol dire rendersi conto che essa ha prodotto una società, un pianeta Terra ed un modo di vivere non a misura d’uomo, non in sintonia con la vita e con la natura.

La modernità ha costruito una società, un pianeta Terra ed un modo di vivere che rende impossibile la vita agli esemplari della specie Homo Sapiens ed alle altre specie viventi. partendo da un pensiero delirante, del tutto staccato dal corpo e dalla vita; il pensiero dualistico della tradizione platonico – giudaico – cristiana.

LA MODERNITA, ESPRESSIONE DEL PENSIERO DUALISTICO, CON TUTTA LA SUA PACCOTTIGLIA DI DIO, ANIMA, BENE E MALE, ET CETERAS, ALIENA GLI ESEMPLARI DELLA SPECIE HOMO SAPIENS DAL PROPRIO CORPO E DALLA PROPRIA VITA.

CAPIRE LA VERA REALTA’ DELLA MODERNITA’ E SUPERARE L’ IDEA DI MODERNITA’ COME VALORE E’ PERTANTO INDISPENSABILE PER RIAPPROPRIARSI DEL PROPRIO CORPO E DELLA PROPRIA VITA, PER TORNARE A VIVERE IN MODO NATURALE, NELLA NATURA, COME PARTE DELLA NATURA.

domenica 12 giugno 2011

Ad ogni modo, quanto a me, sia chiaro: darei l’intera Montedison per una lucciola




Pier Paolo Pasolini

La saggistica

Scritti corsari

1975

Il vuoto del potere

ovvero

L’articolo delle lucciole

di Pier Paolo Pasolini

dal “Corriere della sera” del 1° febbraio 1975

La distinzione tra fascismo aggettivo e fascismo sostantivo risale niente meno che al giornale “Il Politecnico”, cioè all’immediato dopoguerra…

Così comincia un intervento di Franco Fortini sul fascismo (“L’Europeo, 26-12-1974): intervento che, come si dice, io sottoscrivo tutto, e pienamente.

Non posso però sottoscrivere il tendenzioso esordio.

Infatti la distinzione tra “fascismi” fatta sul “Politecnico” non è né pertinente né attuale. Essa poteva valere ancora fino a circa una decina di anni fa: quando il regime democristiano era ancora la pura e semplice continuazione del regime fascista.

Ma una decina di anni fa, è successo “qualcosa”.

“Qualcosa” che non c’era e non era prevedibile non solo ai tempi del “Politecnico”, ma nemmeno un anno prima che accadesse (o addirittura, come vedremo, mentre accadeva).

Il confronto reale tra “fascismi” non può essere dunque “cronologicamente”, tra il fascismo fascista e il fascismo democristiano: ma tra il fascismo fascista e il fascismo radicalmente, totalmente, imprevedibilmente nuovo che è nato da quel “qualcosa” che è successo una decina di anni fa.

Poiché sono uno scrittore, e scrivo in polemica, o almeno discuto, con altri scrittori, mi si lasci dare una definizione di carattere poetico-letterario di quel fenomeno che è successo in Italia una decina di anni fa. Ciò servirà a semplificare e ad abbreviare il nostro discorso (e probabilmente a capirlo anche meglio).

Nei primi anni sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta). Quel “qualcosa” che è accaduto una decina di anni fa lo chiamerò dunque “scomparsa delle lucciole”.

Il regime democristiano ha avuto due fasi assolutamente distinte, che non solo non si possono confrontare tra loro, implicandone una certa continuità, ma sono diventate addirittura storicamente incommensurabili.

La prima fase di tale regime (come giustamente hanno sempre insistito a chiamarlo i radicali) è quella che va dalla fine della guerra alla scomparsa delle lucciole.

La seconda fase è quella che va dalla scomparsa delle lucciole a oggi.

Osserviamole una alla volta.

Prima della scomparsa delle lucciole la continuità tra fascismo fascista e fascismo democristiano è completa e assoluta. Taccio su ciò, che a questo proposito, si diceva anche allora, magari appunto nel “Politecnico”: la mancata epurazione, la continuità dei codici, la violenza poliziesca, il disprezzo per la Costituzione. E mi soffermo su ciò che ha poi contato in una coscienza storica retrospettiva. La democrazia che gli antifascisti democristiani opponevano alla dittatura fascista, era spudoratamente formale. Si fondava su una maggioranza assoluta ottenuta attraverso i voti di enormi strati di ceti medi e di enormi masse contadine, gestiti dal Vaticano. Tale gestione del Vaticano era possibile solo se fondata su un regime totalmente repressivo. In tale universo i “valori” che contavano erano gli stessi che per il fascismo: la Chiesa, la Patria, la famiglia, l’obbedienza, la disciplina, l’ordine, il risparmio, la moralità. Tali “valori” (come del resto durante il fascismo) erano “anche reali”: appartenevano cioè alle culture particolari e concrete che costituivano l’Italia arcaicamente agricola e paleoindustriale. Ma nel momento in cui venivano assunti a “valori” nazionali non potevano che perdere ogni realtà, e divenire atroce, stupido, repressivo conformismo di Stato: il conformismo del potere fascista e democristiano. Provincialità, rozzezza e ignoranza sia delle “élites” che, a livello diverso, delle masse, erano uguali sia durante il fascismo sia durante la prima fase del regime democristiano. Paradigmi di questa ignoranza erano il pragmatismo e il formalismo vaticani. Tutto ciò che risulta chiaro e inequivocabilmente oggi, perché allora si nutrivano, da parte degli intellettuali e degli oppositori, insensate speranze. Si sperava che tutto ciò non fosse completamente vero, e che la democrazia formale contasse in fondo qualcosa.

Ora, prima di passare alla seconda fase, dovrò dedicare qualche riga al momento di transizione.

Durante la scomparsa delle lucciole In questo periodo la distinzione tra fascismo e fascismo operata sul “Politecnico” poteva anche funzionare. Infatti sia il grande paese che si stava formando dentro il paese – cioè la massa operaia e contadina organizzata dal PCI – sia gli intellettuali anche più avanzati e critici, non si erano accorti che “le lucciole stavano scomparendo”. Essi erano informati abbastanza bene dalla sociologia (che in quegli anni aveva messo in crisi il metodo dell’analisi marxista): ma erano informazioni ancora non vissute, in sostanza formalistiche. Nessuno poteva sospettare la realtà storica che sarebbe stato l’immediato futuro; né identificare quello che allora si chiamava “benessere” con lo “sviluppo” che avrebbe dovuto realizzare in Italia per la prima volta pienamente il “genocidio” di cui nel “Manifesto” parlava Marx.

Dopo la scomparsa delle lucciole I “valori” nazionalizzati e quindi falsificati del vecchio universo agricolo e paleocapitalistico, di colpo non contano più. Chiesa, patria, famiglia, obbedienza, ordine, risparmio, moralità non contano più. E non servono neanche più in quanto falsi. Essi sopravvivono nel clerico-fascismo emarginato (anche il MSI in sostanza li ripudia). A sostituirli sono i “valori” di un nuovo tipo di civiltà, totalmente “altra” rispetto alla civiltà contadina e paleoindustriale. Questa esperienza è stata fatta già da altri Stati. Ma in Italia essa è del tutto particolare, perché si tratta della prima “unificazione” reale subita dal nostro paese; mentre negli altri paesi essa si sovrappone con una certa logica alla unificazione monarchica e alla ulteriore unificazione della rivoluzione borghese e industriale.

Il trauma italiano del contatto tra l’”arcaicità” pluralistica e il livellamento industriale ha forse un solo precedente: la Germania prima di Hitler. Anche qui i valori delle diverse culture particolaristiche sono stati distrutti dalla violenta omologazione dell’industrializzazione: con la conseguente formazione di quelle enormi masse, non più antiche (contadine, artigiane) e non ancor moderne (borghesi), che hanno costituito il selvaggio, aberrante, imponderabile corpo delle truppe naziste.

In Italia sta succedendo qualcosa di simile: e con ancora maggiore violenza, poiché l’industrializzazione degli anni Settanta costituisce una “mutazione” decisiva anche rispetto a quella tedesca di cinquant’anni fa.

Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a “tempi nuovi”, ma a una nuova epoca della storia umana, di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche.

Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono diventati in pochi anni (specie nel centro-sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire per strada per capirlo. Ma, naturalmente, per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla. Io, purtroppo, questa gente italiana, l’avevo amata: sia al di fuori degli schemi del potere (anzi, in opposizione disperata a essi), sia al di fuori degli schemi populisti e umanitari. Si trattava di un amore reale, radicato nel mio modo di essere.

Ho visto dunque “coi miei sensi” il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiani, fino a una irreversibile degradazione.

Cosa che non era accaduta durante il fascismo fascista, periodo in cui il comportamento era completamente dissociato dalla coscienza. Vanamente il potere “totalitario” iterava e reiterava le sue imposizioni comportamentistiche: la coscienza non ne era implicata. I “modelli” fascisti non erano che maschere, da mettere e levare. Quando il fascismo fascista è caduto, tutto è tornato come prima.

Lo si è visto anche in Portogallo: dopo quarant’anni di fascismo, il popolo portoghese ha celebrato il primo maggio come se l’ultimo lo avesse celebrato l’anno prima.

È ridicolo dunque che Fortini retrodati la distinzione tra fascismo e fascismo al primo dopoguerra: la distinzione tra il fascismo fascista e il fascismo di questa seconda fase del potere democristiano non solo non ha confronti nella nostra storia, ma probabilmente nell’intera storia.

Io tuttavia non scrivo il presente articolo solo per polemizzare su questo punto, benché esso mi stia molto a cuore.

Scrivo il presente articolo in realtà per una ragione molto diversa. Eccola. Tutti i miei lettori si saranno certamente accorti del cambiamento dei potenti democristiani: in pochi mesi, essi sono diventati delle maschere funebri. È vero: essi continuano a sfoderare radiosi sorrisi, di una sincerità incredibile. Nelle loro pupille si raggruma della vera, beata luce di buon umore. Quando non si tratti dell’ammiccante luce dell’arguzia e della furberia. Cosa che agli elettori piace, pare, quanto la piena felicità. Inoltre, i nostri potenti continuano imperterriti i loro sproloqui incomprensibili; in cui galleggiano i “flatus vocis” delle solite promesse stereotipe.

In realtà essi sono appunto delle maschere.

Son certo che, a sollevare quelle maschere, non si troverebbe nemmeno un mucchio d’ossa o di cenere: ci sarebbe il nulla, il vuoto.

La spiegazione è semplice: oggi in realtà in Italia c’è un drammatico vuoto di potere. Ma questo è il punto: non un vuoto di potere legislativo o esecutivo, non un vuoto di potere dirigenziale, né, infine, un vuoto di potere politico in un qualsiasi senso tradizionale. Ma un vuoto di potere in sé.

Come siamo giunti, a questo vuoto?

O, meglio, “come ci sono giunti gli uomini di potere?”.

La spiegazione, ancora, è semplice: gli uomini di potere democristiani sono passati dalla “fase delle lucciole” alla “fase della scomparsa delle lucciole” senza accorgersene.

Per quanto ciò possa sembrare prossimo alla criminalità la loro inconsapevolezza su questo punto è stata assoluta; non hanno sospettato minimamente che il potere, che essi detenevano e gestivano, non stava semplicemente subendo una “normale” evoluzione, ma sta cambiando radicalmente natura.

Essi si sono illusi che nel loro regime tutto sostanzialmente sarebbe stato uguale: che, per esempio, avrebbero potuto contare in eterno sul Vaticano: senza accorgersi che il potere, che essi stessi continuavano a detenere e a gestire, non sapeva più che farsene del Vaticano quale centro di vita contadina, retrograda, povera.

Essi si erano illusi di poter contare in eterno su un esercito nazionalista (come appunto i loro predecessori fascisti): e non vedevano che il potere, che essi stessi continuavano a detenere e a gestire, già manovrava per gettare la base di eserciti nuovi in quanto transnazionali, quasi polizie tecnocratiche.

E lo stesso si dica per la famiglia, costretta, senza soluzione di continuità dai tempi del fascismo, al risparmio, alla moralità: ora il potere dei consumi imponeva a essa cambiamenti radicali nel senso della modernità, fino ad accettare il divorzio, e ormai, potenzialmente, tutto il resto, senza più limiti (o almeno fino ai limiti consentiti dalla permissività del nuovo potere, peggio che totalitario in quanto violentemente totalizzante).

Gli uomini del potere democristiani hanno subito tutto questo, credendo di amministrarselo e soprattutto di manipolarselo.

Non si sono accorti che esso era “altro”: incommensurabile non solo a loro ma a tutta una forma di civiltà.

Come sempre (cfr. Gramsci) solo nella lingua si sono avuti dei sintomi.

Nella fase di transizione – ossia “durante” la scomparsa delle lucciole – gli uomini di potere democristiani hanno quasi bruscamente cambiato il loro modo di esprimersi, adottando un linguaggio completamente nuovo (del resto incomprensibile come il latino): specialmente Aldo Moro: cioè (per una enigmatica correlazione) colui che appare come il meno implicato di tutti nelle cose orribili che sono state, organizzate dal ’69 ad oggi, nel tentativo, finora formalmente riuscito, di conservare comunque il potere. Dico formalmente perché, ripeto, nella realtà, i potenti democristiani coprono con la loro manovra da automi e i loro sorrisi, il vuoto.

Il potere reale procede senza di loro: ed essi non hanno più nelle mani che quegli inutili apparati che, di essi, rendono reale nient’altro che il luttuoso doppiopetto.

Tuttavia nella storia il “vuoto” non può sussistere: esso può essere predicato solo in astratto e per assurdo.

È probabile che in effetti il “vuoto” di cui parlo stia già riempiendosi, attraverso una crisi e un riassestamento che non può non sconvolgere l’intera nazione. Ne è un indice ad esempio l’attesa “morbosa” del colpo di Stato. Quasi che si trattasse soltanto di “sostituire” il gruppo di uomini che ci ha tanto spaventosamente governati per trenta anni, portando l’Italia al disastro economico, ecologico, urbanistico, antropologico.

In realtà la falsa sostituzione di queste “teste di legno” (non meno, anzi più funereamente carnevalesche), attuata attraverso l’artificiale rinforzamento dei vecchi apparati del potere fascista, non servirebbe a niente (e sia chiaro che, in tal caso, la “truppa” sarebbe, già per sua costituzione, nazista).

Il potere reale che da una decina di anni le “teste di legno” hanno servito senza accorgersi della sua realtà: ecco qualcosa che potrebbe aver già riempito il “vuoto” (vanificando anche la possibile partecipazione al governo del grande paese comunista che è nato nello sfacelo dell’Italia: perché non si tratta di “governare”).

Di tale “potere reale” noi abbiamo immagini astratte e in fondo apocalittiche: non sappiamo raffigurarci quali “forme” esso assumerebbe sostituendosi direttamente ai servi che l’hanno preso per una semplice “modernizzazione” di tecniche.

Ad ogni modo, quanto a me (se ciò ha qualche interesse per il lettore) sia chiaro: io, ancorché multinazionale, darei l’intera Montedison per una lucciola.

Gli esseri viventi che non si riproducono si occupano della loro sopravvivenza individuale e hanno una visione della vita limitata alla loro esistenza





Chi fa figli ha sempre ragione.

Chi non fa figli ha sempre torto.

Chi non si riproduce non ha futuro sulla Terra, non ha alcun motivo per occuparsi del futuro della vita sulla Terra ed è sempre e comunque contro la vita

Il senso della vita è la vita. Lo scopo della vita è la vita..

Ogni essere vivente è guidato da un istinto di sopravvivenza che guida tutta la sua vita, portandolo a costruire la sua vita su due attività:

1) sopravvivere come individuo

2) accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso della sua specie per riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per garantire la permanenza del suo corredo genetico tramite la riproduzione.

Dare un senso alla vita vuol dire innanzi tutto occuparsi della propria vita, cioè fare tutto ciò che è necessario per sopravvivere come individuo, per poi accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso, riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per portare avanti il proprio corredo genetico.

Tutte le vite di tutti gli esseri viventi e tutte le attività terrene di tutti gli esseri viventi sono fondate su questa duplice motivazione, di sopravvivenza e di riproduzione, che è poi a ben vedere una: vivere e portare avanti la vita.

Ne consegue che solo chi si riproduce, assicurandosi la permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra e garantendosi in tal modo un futuro sulla Terra. orienta la suavita non solo sulla sua mera sopravvivenza come individuo, ma anche sulla riproduzione e sull’interesse verso la vita dei cuccioli generati.

Per questo egli è realmente interessato agli altri e al futuro della vita sulla Terra, si occupa concretamente del futuro della vita sulla Terra e svolge attività finalizzate a garantire il futuro della vita sulla Terra.

Chi non si riproduce, invece, finisce necessriamente ed inevitabilmente per concentrare tutta la sua vita, tutto il suo tempo e tutta la sua energia sulla sua mera sopravvivenza individuale, senza alcun interesse per la vita degli altri e per il futuro della vita sulla Terra, che non lo riguarda perchè sulla Terra, alla sua morte, non ci sarà più nulla di lui.

Individui egoisti ed egocentrici, interessati solo ai propri bisogni e alle proprie necessità, che inseguono e perseguono spesso senza alcuno scrupolo e senza alcun interesse per le consguenze sulla vita degli altri e sul futuro stesso della vita.

Tutto questo fa di loro i consumatori perfetti, i componenti perfetti della società della produzione e del consumo, che ha. c0me essi, il denaro ed il profitto, la soddisfazione dei bisogni egoistici e non la vita.

Questo spiega, per esempio, i Gay Pride, cioè quella cultura di esaltazione dell’omosessualità, del frocio e della lesbica, perchè il frocio e la lesbica, in quanto individui che non si riproducono, quindi interessati solo a se stessi come individui, alla loro vita ed alla soddisfazione dei propri bisogni immediati sono rappresentanti perfetti della società della produzione e del consumo.

Si innesca in questo modo un pericoloso circolo vizioso:

1) la società della produzione e del consumo ha il consumo, la soddisfazione immediata dei bisogni, il denaro come valore

2) la società della produzione e del consumo produce ed esalta individui che hanno una concezione della vita di quel tipo

3) la diffusione di individui di quel tipo porta avanti la società della produzione e del consumo, che non ha la vita come valore, e finirà per distruggere la vita.

La società occidentale, tra liberazione della donna e gay pride, si sta autodistruggendo.

Il pianeta Terra sarà occupato da quelle società che hanno una cultura ed una visione della vita indirizzate alla riproduzione, alla sopravvivenza della specie, all’eterosessualità, al maschio che possiede una determinata femmina e si riproduce, al rapporto tra maschio e femmina che generano figli, li accudiscono, li crescono e portano avanti la vita.

In una parola la FAMIGLIA.

sabato 11 giugno 2011

L' Occidente si sta autodistruggendo, tra liberazione della donna e gay pride


Resteranno soltanto le società che garantiscono una famiglia stabile, patriarcale, con il maschio che controlla e possiede il corpo di una femmina, genera figli con essa, si occupa di loro, li accudisce e li cresce.



Chi fa figli ha sempre ragione.

Chi non fa figli ha sempre torto.

Chi non si riproduce non ha futuro sulla Terra, non ha alcun motivo per occuparsi del futuro della vita sulla Terra ed è sempre e comunque contro la vita

Il senso della vita è la vita. Lo scopo della vita è la vita..

Ogni essere vivente è guidato da un istinto di sopravvivenza che guida tutta la sua vita, portandolo a costruire la sua vita su due attività:

1) sopravvivere come individuo

2) accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso della sua specie per riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per garantire la permanenza del suo corredo genetico tramite la riproduzione.

Dare un senso alla vita vuol dire innanzi tutto occuparsi della propria vita, cioè fare tutto ciò che è necessario per sopravvivere come individuo, per poi accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso, riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per portare avanti il proprio corredo genetico.

Tutte le vite di tutti gli esseri viventi e tutte le attività terrene di tutti gli esseri viventi sono fondate su questa duplice motivazione, di sopravvivenza e di riproduzione, che è poi a ben vedere una: vivere e portare avanti la vita.

Ne consegue che solo chi si riproduce, assicurandosi la permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra e garantendosi in tal modo un futuro sulla Terra. orienta la suavita non solo sulla sua mera sopravvivenza come individuo, ma anche sulla riproduzione e sull’interesse verso la vita dei cuccioli generati.

Per questo egli è realmente interessato agli altri e al futuro della vita sulla Terra, si occupa concretamente del futuro della vita sulla Terra e svolge attività finalizzate a garantire il futuro della vita sulla Terra.

Chi non si riproduce, invece, finisce necessriamente ed inevitabilmente per concentrare tutta la sua vita, tutto il suo tempo e tutta la sua energia sulla sua mera sopravvivenza individuale, senza alcun interesse per la vita degli altri e per il futuro della vita sulla Terra, che non lo riguarda perchè sulla Terra, alla sua morte, non ci sarà più nulla di lui.

Individui egoisti ed egocentrici, interessati solo ai propri bisogni e alle proprie necessità, che inseguono e perseguono spesso senza alcuno scrupolo e senza alcun interesse per le consguenze sulla vita degli altri e sul futuro stesso della vita.

Tutto questo fa di loro i consumatori perfetti, i componenti perfetti della società della produzione e del consumo, che ha. c0me essi, il denaro ed il profitto, la soddisfazione dei bisogni egoistici e non la vita.

Questo spiega, per esempio, i Gay Pride, cioè quella cultura di esaltazione dell’omosessualità, del frocio e della lesbica, perchè il frocio e la lesbica, in quanto individui che non si riproducono, quindi interessati solo a se stessi come individui, alla loro vita ed alla soddisfazione dei propri bisogni immediati sono rappresentanti perfetti della società della produzione e del consumo.

Si innesca in questo modo un pericoloso circolo vizioso:

1) la società della produzione e del consumo ha il consumo, la soddisfazione immediata dei bisogni, il denaro come valore

2) la società della produzione e del consumo produce ed esalta individui che hanno una concezione della vita di quel tipo

3) la diffusione di individui di quel tipo porta avanti la società della produzione e del consumo, che non ha la vita come valore, e finirà per distruggere la vita.

L’unica soluzione possibile, per spezzare questo circolo vizioso che porterà alla distruzione della vita sulla Terra consiste innanzitutto nel riportare la vita ad essere l’unico valore fondante della società umana e poi nell’ esaltare e diffondere i modi di vivere che mettono la vita come valore: l’eterosessualità, il maschio e la femmina che si accoppiano, si riproducono, generano figli e si occupano dei figli generati.

In una parola la FAMIGLIA.

Chi fa figli ha sempre ragione. Chi non fa figli ha sempre torto.




Chi non si riproduce non ha futuro sulla Terra, non ha alcun motivo per occuparsi del futuro della vita sulla Terra ed è sempre e comunque contro la vita.

Il senso della vita è la vita.

Lo scopo della vita è la vita.

Ogni essere vivente è guidato da un istinto di sopravvivenza che guida tutta la sua vita, portandolo a costruire la sua vita su due attività:

1) sopravvivere come individuo

2) accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso della sua specie per riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per garantire la permanenza del suo corredo genetico tramite la riproduzione.

Dare un senso alla vita vuol dire innanzi tutto occuparsi della propria vita, cioè fare tutto ciò che è necessario per sopravvivere come individuo, per poi accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso, riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per portare avanti il proprio corredo genetico.

Tutte le vite di tutti gli esseri viventi e tutte le attività terrene di tutti gli esseri viventi sono fondate su questa duplice motivazione, di sopravvivenza e di riproduzione, che è poi a ben vedere una: vivere e portare avanti la vita.

Ne consegue che solo chi si riproduce, assicurandosi la permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra e garantendosi in tal modo un futuro sulla Terra. orienta la suavita non solo sulla sua mera sopravvivenza come individuo, ma anche sulla riproduzione e sull’interesse verso la vita dei cuccioli generati.

Per questo egli è realmente interessato agli altri e al futuro della vita sulla Terra, si occupa concretamente del futuro della vita sulla Terra e svolge attività finalizzate a garantire il futuro della vita sulla Terra.

Chi non si riproduce, invece, finisce necessriamente ed inevitabilmente per concentrare tutta la sua vita, tutto il suo tempo e tutta la sua energia sulla sua mera sopravvivenza individuale, senza alcun interesse per la vita degli altri e per il futuro della vita sulla Terra, che non lo riguarda perchè sulla Terra, alla sua morte, non ci sarà più nulla di lui.

Individui egoisti ed egocentrici, interessati solo ai propri bisogni e alle proprie necessità, che inseguono e perseguono spesso senza alcuno scrupolo e senza alcun interesse per le consguenze sulla vita degli altri e sul futuro stesso della vita.

Tutto questo fa di loro i consumatori perfetti, i componenti perfetti della società della produzione e del consumo, che ha. c0me essi, il denaro ed il profitto, la soddisfazione dei bisogni egoistici e non la vita.

Questo spiega, per esempio, i Gay Pride, cioè quella cultura di esaltazione dell’omosessualità, del frocio e della lesbica, perchè il frocio e la lesbica, in quanto individui che non si riproducono, quindi interessati solo a se stessi come individui, alla loro vita ed alla soddisfazione dei propri bisogni immediati sono rappresentanti perfetti della società della produzione e del consumo.

Si innesca in questo modo un pericoloso circolo vizioso:

1) la società della produzione e del consumo ha il consumo, la soddisfazione immediata dei bisogni, il denaro come valoro

2) la società della produzione e del consumo produce ed esalta individui che hanno una concezione della vita di quel tipo

3) la diffusione di individui di quel tipo porta avanti la società della produzione e del consumo, che non ha la vita come valore, e finirà per distruggere la vita.

L’unica soluzione possibile, per spezzare questo circolo vizioso che porterà alla distruzione della vita sulla Terra consiste innanzitutto nel riportare la vita ad essere l’unico valore fondante della società umana e poi nell’ esaltare e diffondere i modi di vivere che mettono la vita come valore: l’eterosessualità, il maschio e la femmina che si accoppiano, si riproducono, generano figli e si occupano dei figli generati.

In una parola la FAMIGLIA.

Chi non si riproduce non ha futuro sulla Terra, non ha alcun motivo per occuparsi del futuro della vita sulla Terra ed è sempre contro la vita






Il senso della vita è la vita.

Lo scopo della vita è la vita.

Ogni essere vivente è guidato da un istinto di sopravvivenza che guida tutta la sua vita, portandolo a costruire la sua vita su due attività:

1) sopravvivere come individuo

2) accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso della sua specie per riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per garantire la permanenza del suo corredo genetico tramite la riproduzione.

Dare un senso alla vita vuol dire innanzi tutto occuparsi della propria vita, cioè fare tutto ciò che è necessario per sopravvivere come individuo, per poi accoppiarsi con un individuo dell’altro sesso, riprodursi ed occuparsi dei cuccioli generati per portare avanti il proprio corredo genetico.

Tutte le vite di tutti gli esseri viventi e tutte le attività terrene di tutti gli esseri viventi sono fondate su questa duplice motivazione, di sopravvivenza e di riproduzione, che è poi a ben vedere una: vivere e portare avanti la vita.

Ne consegue che solo chi si riproduce, assicurandosi la permanenza del proprio corredo genetico sulla Terra e garantendosi in tal modo un futuro sulla Terra. orienta la suavita non solo sulla sua mera sopravvivenza come individuo, ma anche sulla riproduzione e sull’interesse verso la vita dei cuccioli generati.

Per questo egli è realmente interessato agli altri e al futuro della vita sulla Terra, si occupa concretamente del futuro della vita sulla Terra e svolge attività finalizzate a garantire il futuro della vita sulla Terra.

Chi non si riproduce, invece, finisce necessriamente ed inevitabilmente per concentrare tutta la sua vita, tutto il suo tempo e tutta la sua energia sulla sua mera sopravvivenza individuale, senza alcun interesse per la vita degli altri e per il futuro della vita sulla Terra, che non lo riguarda perchè sulla Terra, alla sua morte, non ci sarà più nulla di lui.

Individui egoisti ed egocentrici, interessati solo ai propri bisogni e alle proprie necessità, che inseguono e perseguono spesso senza alcuno scrupolo e senza alcun interesse per le consguenze sulla vita degli altri e sul futuro stesso della vita.

Tutto questo fa di loro i consumatori perfetti, i componenti perfetti della società della produzione e del consumo, che ha. c0me essi, il denaro ed il profitto, la soddisfazione dei bisogni egoistici e non la vita.

Questo spiega, per esempio, i Gay Pride, cioè quella cultura di esaltazione dell’omosessualità, del frocio e della lesbica, perchè il frocio e la lesbica, in quanto individui che non si riproducono, quindi interessati solo a se stessi come individui, alla loro vita ed alla soddisfazione dei propri bisogni immediati sono rappresentanti perfetti della società della produzione e del consumo.

Si innesca in questo modo un pericoloso circolo vizioso:

1) la società della produzione e del consumo ha il consumo, la soddisfazione immediata dei bisogni, il denaro come valoro

2) la società della produzione e del consumo produce ed esalta individui che hanno una concezione della vita di quel tipo

3) la diffusione di individui di quel tipo porta avanti la società della produzione e del consumo, che non ha la vita come valore, e finirà per distruggere la vita.

L’unica soluzione possibile, per spezzare questo circolo vizioso che porterà alla distruzione della vita sulla Terra consiste innanzitutto nel riportare la vita ad essere l’unico valore fondante della società umana e poi nell’ esaltare e diffondere i modi di vivere che mettono la vita come valore: l’eterosessualità, il maschio e la femmina che si accoppiano, si riproducono, generano figli e si occupano dei figli generati.

In una parola la FAMIGLIA.

venerdì 10 giugno 2011

Il paese dei bugiardi di Gianni Rodari





Il paese dei bugiardi

di Gianni Rodari

http://www.youtube.com/watch?v=4m5Q_QK6ooc

C’era una volta, là
dalle parti di Chissà,
il paese dei bugiardi.
In quel paese nessuno
diceva la verità,
non chiamavano col suo nome
nemmeno la cicoria:
la bugia era obbligatoria.

Quando spuntava il sole
c’era subito una pronto
a dire: “Che bel tramonto!”
Di sera, se la luna
faceva più chiaro
di un faro,
si lagnava la gente:
“Ohibò, che notte bruna,
non ci si vede niente”.

Se ridevi ti compativano:
“Poveraccio, peccato,
che gli sarà mai capitato
di male?”
Se piangevi: “Che tipo originale,
sempre allegro, sempre in festa.
Deve avere i milioni nella testa”.
Chiamavano acqua il vino,
seggiola il tavolino
e tutte le parole
le rovesciavano per benino.
Fare diverso non era permesso,
ma c’erano tanto abituati
che si capivano lo stesso.

Un giorno in quel paese
capitò un povero ometto
che il codice dei bugiardi
non l’aveva mai letto,
e senza tanti riguardi
se ne andava intorno
chiamando giorno il giorno
e pera la pera,
e non diceva una parola
che non fosse vera.
Dall’oggi al domani
lo fecero pigliare
dall’acchiappacani
e chiudere al manicomio.
“E’ matto da legare:
dice sempre la verità”.
“Ma no, ma via, ma và …”
“Parola d’onore:
è un caso interessante,
verranno da distante
cinquecento e un professore
per studiargli il cervello …”
La strana malattia
fu descritta in trentatre puntate
sulla “Gazzetta della bugia”.

Infine per contentare
la curiosità
popolare
l’Uomo-che-diceva-la-verità
fu esposto a pagamento
nel “giardino zoo-illogico”
(anche quel nome avevano rovesciato …)
in una gabbia di cemento armato.

Figurarsi la ressa.
Ma questo non interessa.
Cosa più sbalorditiva,
la malattia si rivelò infettiva,
e un po’ alla volta in tutta la città
si diffuse il bacillo
della verità.
Dottori, poliziotti, autorità
tentarono il possibile
per frenare l’epidemia.
Macché, niente da fare.
Dal più vecchio al più piccolino
la gente ormai diceva
pane al pane, vino al vino,
bianco al bianco, nero al nero:
liberò il prigioniero,
lo elesse presidente,
e chi non mi crede
non ha capito niente.

Bottegai, puttane e politici regalano sorrisi ai clienti sì come i pescatori regalano vermi ai pesci








UN SORRISO NON COSTA NULLA MA RENDE MOLTO.

Scrivono i bottegai, a caratteri cubitali, nei loro negozi.

A pensarci bene questo accoppiamento tra “sorriso” e “rendita" è del tutto inappropriato.

Il sorriso è l”espressione di un interesse reale per gli altri e la loro vita, non uno strumento per ottenere una rendita.

Nella società del “sorriso che non costa nulla ma rende molto”, invece, questo accoppiamento è del tutto normale, perchè il denaro ed il profitto sono l’unico valore e l’unico scopo, ed il sorriso è soltanto uno strumento per ottenerlo.

Il sorriso finto, quindi la simulazione di un interesse per gli altri e per la loro vita,, sono utili, perchè il denaro è l’unico valore.

Il sorriso vero, quindi un interesse reale per gli altri e la loro vita, sono inutili, perchè la vita non è un valore.

La necessità di avere sorrisi bianchissmi fa la ricchezza dei dentisti e degli odontoiatri, a cui tutti si rivolgono, in modo ossessivo, per farsi attrezzare dentiere bianchissime, lucide armi affilate per acchiappare gli altri con lo stesso spirito con cui si rivolgerebbero ad un’armeria per comprare una pistola.

Inutile aggiungere che in un pianeta Terra in cui il sorriso è finalizzato al denaro, perchè il denaro è l’unico valore, le probabilità che esista un sorriso vero, quindi un rapporto umano reale, quindi un interesse reale per la vita degli altri e per la vita tout court, sono nulle.

Esistono invece molti sorrisi, tutti finti, in realtà più simili a ghigni, supportati da dentiere bianchissime e splendenti.

Sulla logica del “sorriso che non costa nulla ma rende molto”, che ha come presupposto che il sorriso serve ad acchiappare gli altri, per poi usarli, per vendere e a comprare, è fondato oggi il pianeta.

Si può ben dire che i bottegai,ma anche le puttane, i politici, i pubblicitari, gli addetti alle pubbliche relazioni e ormai quasi tutti gli esemplari della specie Homo Sapiens, che hanno quelle categorie come modello di riferimento per la vita, regalano sorrisi come i pescatori regalano vermi ai pesci.

Chi ha l'esca più adatta acchiappa più pesci.



Chi ha una dentiera più bianca e splendente e la usa meglio per sorridere ha più successo e fa più soldi.


mercoledì 8 giugno 2011

Della differenza tra l’idea liberale, libertaria ed individualista della libertà e l’idea comunitaria di libertà (che non è vera libertà)






L’idea liberale, libertaria ed individualista di libertà è definita sinteticamente ed esaustivamente da una frase di Francois Marie Arouet, più noto come Voltaire:

“Non condivido nulla di ciò che dici, ma mi batterò fino alla morte perchè tu possa continuare a dirlo”

L’idea comunitaria di libertà concede invece la libertà di opinione soltanto a chi appartiene ad una comunità e ne condivide le opinioni, ed inventa scuse di ogni tipo per toglierla a tutti gli altri, per conservare l’immagine di “liberale”, senza avere la realtà e la sostanza di liberale.

Inutile dire che questa “idea della libertà” non ha nulla a che fare con la libertà

Per capire fino a che punto questo sia vero basta dire che quando si ha a che fare con i portatori di questa malintesa idea di libertà si assiste sempre e comunque allo stesso processo involutivo.

Essi “combattono per la libertà” quando sono sottomessi e repressi da un’altra comunità che ha la loro stessa idea di libertà, concedendola cioè alla propria comunità ed ai propri simili, e negandola a tutti gli altri, quindi anche a loro.

Poi, una volta conquistato il potere, riproducono esattamente la stessa situazione che avevano subito, concedendo cioè la libertà di opinione soltanto agli appartenenti alla propria comunità e togliendola a tutti gli altri, inventando anche loro scuse di ogni tipo per togliere la libertà agli altri, quelli che non condividono le loro idee comunitarie, prima sottomesse ed ora al potere.

12 E 13 GIUGNO: 4 SI PER LA VITA !


Domenica 12 e lunedì 13 giugno andremo a votare.

Io perlomeno andrò a votare.

Spero che lo facciate tutti voi e portiate più gente possibile a votare indipendentemente dal cosa poi si voterà.

Si vota per 4 referendum, per dire sì o no a 4 quesiti che propongono di abolire 4 leggi. 4 norme.

La prima riguarda il legittimo impedimento, la seconda riguarda il nucleare, la terza e la quarta riguardano la privatizzazione della gestione dei servizi idrici, dell’acqua.

Si sa poco o nulla di questi referendum: il colore delle schede, cosa prevedono i vari quesiti, cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no, cosa succede se non si raggiunge il quorum.

Cerchiamo di fare chiarezza in termini molto semplici, spero, senza entrare nei tecnicismi, ma dando un’informazione completa di quello che ci aspetta domenica e lunedì fino alle 15 quando entreremo nel seggio e nella cabina elettorale con 4 schede in mano.

Sì all’acqua pubblica (espandi | comprimi)
La prima e la seconda scheda di cui vi voglio parlare, sono quelle che riguardano l’acqua, una è di colore rosso, l’altra è di colore giallo.

Sì all’abolizione del nucleare (espandi | comprimi)
Terza scheda, la scheda grigia è quella sul nucleare, qui sono successi pasticci di ogni genere, perché?

Sì alla legge uguale per tutti (espandi | comprimi)
L’ultima scheda è quella verde e riguarda il legittimo impedimento, anche qua la parola impedimento per fortuna compare in un mare magnum naturalmente di burocratese.

Sì al rosso, cioè no ai privati obbligatoriamente maggioritari a gestire l’acqua pubblica.

Sì al giallo, cioè no all’obbligo di profitto di almeno il 7% per i privati che prendono in mano i servizi idrici.

Sì al grigio, cioè no alle nuove centrali nucleari nel futuro piano energetico nazionale.

Sì al verde cioè no a un trattamento privilegiato di Ministri e del Capo del Governo quando sono sotto processo, perchè la legge è uguale per tutti!

Domenica e lunedì ci vediamo alle urne e andiamo tutti a votare.

Io voto SI a tutti e quattro.